La Bundesbank mette in guardia dal rischio di uno shock del prezzo del petrolio

Il presidente della Bundesbank ha messo in guardia lunedì dai rischi di uno shock petrolifero legato al conflitto tra Israele e Iran, esortando la zona euro a non allentare la politica monetaria, nonostante l'inflazione sia tornata al 2%.
Le conseguenze degli attacchi tra i due Paesi, intensificatisi nel fine settimana, "restano incerte", mentre un conflitto prolungato "potrebbe innescare un forte aumento dei prezzi del petrolio" e "sconvolgere le nostre previsioni" di inflazione e crescita, ha affermato Joachim Nagel in un discorso a Francoforte.
Lunedì mattina i prezzi del petrolio sono aumentati solo leggermente, dopo essere schizzati fino al 13% venerdì, quando si sono verificati i primi attacchi israeliani contro l'Iran.
Alle 7:20 GMT, il prezzo di un barile di petrolio West Texas Intermediate (WTI) statunitense era in rialzo dell'1,15%, a 73,82 dollari, e quello di un barile di petrolio Brent del Mare del Nord era in rialzo dello 0,99%, a 74,97 dollari.
A maggio, l'inflazione nella zona euro è scesa all'1,9%, secondo la prima stima di Eurostat, confermando la decisione della Banca centrale europea (BCE) di tagliare i tassi di interesse a giugno, per l'ottava volta in un anno.
L'istituto ha inoltre abbassato le sue previsioni di inflazione per il 2025 (2,0%) e il 2026 (1,6%), proprio a causa del calo dei prezzi dell'energia e dell'apprezzamento dell'euro.
Tuttavia, i rischi accresciuti in caso di un'escalation prolungata in Medio Oriente, uniti alle tensioni commerciali ancora irrisolte con gli Stati Uniti, rendono "imperativo" che la Banca centrale europea resti "flessibile", senza impegnarsi in "un nuovo taglio dei tassi o una pausa prolungata", secondo Nagel, noto per la sua posizione monetaria ortodossa.
A giugno, la BCE ha tagliato il suo tasso di interesse sui depositi principali al 2,0%, un livello non più considerato restrittivo, dopo un massimo del 4,0% nel 2023, per frenare l'aumento dei prezzi in seguito all'invasione russa dell'Ucraina.
Sebbene la presidente della BCE Christine Lagarde abbia ribadito che ogni decisione sui tassi verrà presa “riunione per riunione” a seconda dell’evoluzione dei dati, ha anche parlato della “fine di un ciclo monetario” e gli esperti prevedono una pausa nei tagli dei tassi nella prossima riunione dell’istituzione a fine luglio.
observador