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Microsoft è stata citata in giudizio dagli autori per l'uso di libri nella formazione sull'intelligenza artificiale

Microsoft è stata citata in giudizio dagli autori per l'uso di libri nella formazione sull'intelligenza artificiale

Logo Microsoft (Credito: Disclosure/Pexels)

Microsoft è stata citata in giudizio da un gruppo di autori che sostengono che l'azienda ha utilizzato i loro libri senza autorizzazione per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale Megatron.

Kai Bird, Jia Tolentino, Daniel Okrent e diversi altri autori hanno affermato che Microsoft ha utilizzato versioni digitali piratate dei loro libri per insegnare alla sua intelligenza artificiale a rispondere alle richieste umane. La causa, depositata martedì presso il tribunale federale di New York, è una delle numerose azioni legali intentate da autori, testate giornalistiche e altri detentori di copyright contro aziende tecnologiche, tra cui Meta, Anthropic e OpenAI, per presunto uso improprio del loro materiale nell'addestramento all'intelligenza artificiale.

La denuncia contro Microsoft arriva il giorno dopo che un giudice federale della California ha stabilito che Anthropic ha fatto un uso lecito, ai sensi della legge statunitense sul copyright, del materiale degli autori per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale, sebbene possa comunque essere ritenuta responsabile per pirateria dei libri. Si tratta della prima sentenza statunitense sulla legalità dell'utilizzo di materiale protetto da copyright per addestrare l'intelligenza artificiale generativa senza autorizzazione.

I portavoce di Microsoft non hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento sulla causa. Un avvocato dei querelanti ha rifiutato di commentare.

Nella denuncia, i ricorrenti sostenevano che Microsoft avesse utilizzato una raccolta di quasi 200.000 libri piratati per addestrare Megatron, un algoritmo che fornisce risposte testuali alle query degli utenti. La denuncia sostiene che Microsoft abbia utilizzato il set di dati piratato per creare un "modello informatico che non solo si basava sul lavoro di migliaia di creatori e autori, ma generava anche un'ampia gamma di espressioni che imitavano la sintassi, la voce e i temi delle opere protette da copyright su cui era stato addestrato".

Le aziende tecnologiche sostengono di fare un uso corretto del materiale protetto da copyright per creare contenuti nuovi e trasformativi e che obbligare i titolari dei diritti d'autore a pagare per il loro lavoro potrebbe danneggiare il crescente settore dell'intelligenza artificiale.

IstoÉ

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