Nvidia riprende le esportazioni di chip AI in Cina con l'approvazione degli Stati Uniti

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Si tratta di una vittoria significativa per il gigante della tecnologia, nel mezzo di una guerra commerciale tra i due Paesi.
"Il governo degli Stati Uniti ci ha assicurato che le licenze saranno concesse e Nvidia prevede di iniziare le consegne a breve", ha dichiarato l'azienda in un comunicato. Huang ha confermato l'annuncio durante una conferenza a Pechino, trasmessa dalla televisione di stato CGTN.
"Oggi annuncio che il governo degli Stati Uniti ha approvato la presentazione delle licenze per poter iniziare a spedire H2O", ha affermato il funzionario, sottolineando che metà dei ricercatori di intelligenza artificiale (IA) del mondo si trovano in Cina.
"Il mercato cinese è così innovativo e dinamico che è fondamentale per le aziende americane riuscire a competere e a servire il mercato cinese", ha aggiunto.
La visita di Huang a Pechino, la terza dall'inizio dell'anno, avviene mentre Nvidia cerca di mantenere la propria presenza in uno dei suoi mercati più grandi, nonostante le restrizioni più severe imposte da Washington.
Il dirigente nato a Taiwan ha partecipato questa settimana alla China International Supply Chain Expo, dove ha incontrato Ren Hongbin, presidente del China Council for the Promotion of International Trade, l'organizzatore dell'evento.
Parlando a CCTV, Huang ha elogiato le "dimensioni e la vitalità" del mercato cinese, esprimendo soddisfazione per il rapido progresso dell'intelligenza artificiale nel Paese. Ha anche sottolineato l'importanza per le aziende statunitensi di "radicarsi nel mercato cinese".
Nvidia è stata una delle maggiori beneficiarie dell'adozione di massa dell'intelligenza artificiale, diventando recentemente la prima azienda a superare i 4 trilioni di dollari (3,42 trilioni di euro) di capitalizzazione di mercato. Tuttavia, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno messo sotto pressione il settore, soprattutto dopo l'imposizione di restrizioni all'esportazione di semiconduttori avanzati.
Ad aprile, la Casa Bianca ha annunciato limiti alle vendite dei chip H20 di Nvidia e MI308 di AMD in Cina. L'azienda ha stimato che le nuove regole potrebbero costarle 5,5 miliardi di dollari (4,7 miliardi di euro), spingendo Huang e altri leader del settore a fare pressione sull'amministrazione Trump affinché revocasse la decisione, avvertendo che tali misure danneggerebbero la competitività degli Stati Uniti e potrebbero favorire la tecnologia cinese.
Secondo i media locali, quest'anno Nvidia prevede di lanciare versioni dei suoi chip adattate agli standard di esportazione statunitensi per mantenere la propria presenza nel mercato cinese.
Già a maggio Huang aveva classificato i controlli sulle esportazioni come un "fallimento", perché avevano incoraggiato le aziende cinesi a sviluppare soluzioni proprie.
Ad esempio, la società DeepSeek ha rivelato di aver addestrato il suo modello R-1 con i chip H800 di Nvidia, una versione limitata.
L'ingresso di nuovi concorrenti cinesi nel settore ha già causato un calo delle azioni Nvidia, che hanno perso fino al 12% dopo il lancio del modello DeepSeek.
Ad aprile, durante una visita in Cina, Huang ha espresso al vice premier He Lifeng il suo desiderio di "rafforzare la presenza di Nvidia nel mercato cinese" e ha dichiarato la sua volontà di "svolgere un ruolo attivo nella promozione della cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti".
Il settore dei semiconduttori è strategico per la Cina, che punta a raggiungere l'autosufficienza tecnologica e a ridurre la dipendenza esterna, in un contesto di sanzioni e tensioni con Washington.
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