Salute orale per tutti: una promessa mancata, una sfida attuale

Per non perdere la memoria: nel settembre 2018 il Ministero della Salute ha lanciato il programma "Salute orale per tutti" , con l'obiettivo di integrare l'odontoiatria nell'assistenza sanitaria di base. Tra i vari obiettivi ambiziosi figuravano la creazione di un ambulatorio di salute orale in ciascuno degli ACES (Gruppi di Centri di Salute) del Portogallo continentale entro il 2020 e la presenza di dentisti in tutti i 278 comuni. Si è trattato di un passo storico verso l'effettiva integrazione dell'odontoiatria nel Servizio Sanitario Nazionale (SNS).
All'epoca, il Ministro della Salute era Adalberto Campos Fernandes e il Vicesegretario di Stato per la Salute era Fernando Araújo. Il piano rifletteva un cambio di paradigma ideologico, dati i necessari investimenti pubblici. Per la prima volta, la presenza di dentisti nel Servizio Sanitario Nazionale (NHS) era considerata una priorità strategica per la salute pubblica.
Tuttavia, sette anni dopo, è difficile non concludere che il programma sia fallito. Entro il 2025, gli obiettivi prefissati per il 2020 rimangono disattesi. La maggior parte dei dentisti rimane fuori dal SSN e molti di coloro che hanno creduto nel progetto sono stati costretti a cercare opportunità in altri paesi europei, dove sono integrati sia nel settore pubblico che in quello privato. Oggi, il quadro del fallimento è particolarmente eloquente: circa 30 studi dentistici adeguatamente attrezzati sono chiusi, senza professionisti, senza attività e senza prospettive future.
Nel corso degli anni, i cambiamenti di orientamento politico e di visione strategica tra i diversi governi hanno messo in ombra la necessità di garantire continuità e coerenza nelle politiche per la salute orale. Ogni governo rimodella le priorità, in assenza di un principio guida coerente che ponga i bisogni della popolazione al centro dell'azione. Attualmente, il governo evidenzia l'articolazione tra il settore pubblico e quello privato come suo punto di forza. L'Ordine degli Odontoiatri (OMD) non si oppone a questa articolazione, ma è fondamentale che non sostituisca né rinvii a tempo indeterminato una risposta strutturata, chiara ed efficace all'integrazione degli odontoiatri nel SSN.
Il Paese è ancora in attesa di un impegno politico concreto. È urgente chiarire, in ambito legislativo, quale modello di integrazione verrà seguito e quali misure saranno adottate per dare dignità ai pochi professionisti che ancora oggi lavorano nel SSN, spesso in condizioni precarie, senza un percorso di carriera e senza riconoscimento. È inoltre importante capire come verrà implementato l'investimento previsto nel Piano di Ripresa e Resilienza (PRP) per la salute orale.
L'attuale programma governativo introduce una novità: il voucher per protesi, presentato come complemento al già noto voucher odontoiatrico. Pur dimostrando la volontà di innovare, questa misura si inserisce in un contesto fragile, in cui molte politiche precedenti non sono state nemmeno stabilizzate. Inoltre, stiamo lavorando con informazioni obsolete: l'ultimo Studio Nazionale sulla Prevalenza delle Malattie Orali risale al 2014 e la Direzione Generale della Salute non dispone di dati recenti a supporto delle decisioni strategiche in questo ambito.
È in questo contesto che si rende necessaria la seguente riflessione: la visione riformista proclamata dal governo è davvero in grado di affrontare i problemi annosi e persistentemente ignorati? Oppure ci troviamo di fronte a un nuovo ciclo di intenzioni che potrebbe ripetere, e persino esacerbare, gli errori del passato?
Da una prospettiva centrale, guardiamo ora al livello locale. Le prossime elezioni locali si terranno il 12 ottobre, un momento cruciale per ripensare il ruolo che gli enti locali possono svolgere nella promozione della salute orale. Il modello incentrato esclusivamente sul governo centrale si è dimostrato insufficiente. È tempo che il Portogallo si ispiri alle migliori pratiche internazionali, dove il decentramento e la delega di poteri agli enti locali hanno prodotto risultati positivi.
Un'indagine condotta dall'OMD con il supporto dell'Associazione Nazionale dei Comuni Portoghesi (ANMP) illustra chiaramente la realtà nazionale: oltre la metà dei comuni (51%) non ha investito denaro nella salute orale nel 2024. Tra quelli che lo hanno fatto, la maggioranza (58,7%) non ha superato i cinquemila euro di investimenti. L'ANMP esprime il desiderio di fare di più, ma senza risorse adeguate, si faranno pochi progressi.
Il messaggio è chiaro: senza investimenti, non c'è progresso. L'OMD continuerà a sostenere che il Bilancio dello Stato includa una voce dedicata e rafforzata per la salute orale, con ambizione, visione e impegno per ciò che resta da fare.
Vogliamo, come sempre, la salute orale per tutti, ma questo obiettivo sarà raggiunto solo con il coinvolgimento di tutti. Noi dentisti abbiamo un ruolo che va oltre le mura dei nostri studi. Siamo agenti di salute pubblica nelle strade, nei villaggi, nelle città. È nostra responsabilità continuare a dimostrare che la salute orale è fondamentale per il benessere generale e che andare dal dentista non è un lusso, ma una necessità fondamentale, che ancora sfugge a troppi portoghesi.
Senza il coinvolgimento congiunto di professionisti, Ordine, enti locali e governo, la salute orale continuerà a essere la parente povera della politica sanitaria. Sta a noi impedire che ciò accada.
observador