Un immigrato muore durante un raid negli Stati Uniti occidentali

Sua nipote, Yesenia Duran, ha confermato all'Associated Press che Jaime Alanis, 57 anni, è la prima persona a morire in una delle operazioni anti-immigrazione lanciate dalla nuova amministrazione del presidente Donald Trump.
Yesenia ha pubblicato un messaggio sul sito di raccolta fondi GoFundMe dicendo che Jaime era il capofamiglia e che inviava il ricavato alla moglie e alla figlia in Messico.
Il sindacato agricolo United Food Workers ha dichiarato che Jaime ha lavorato nella fattoria per dieci anni.
"Queste azioni federali violente e crudeli terrorizzano le comunità americane, interrompono la filiera alimentare americana, minacciano vite e separano famiglie", ha affermato il sindacato sui social media.
Giovedì, le autorità federali per l'immigrazione hanno arrestato circa 200 immigrati sospettati di trovarsi illegalmente nel Paese, durante delle retate in due piantagioni di cannabis in California.
In una delle fattorie, a Camarillo, durante l'operazione si sono verificati momenti di scontro tra le autorità e i dimostranti, che protestavano all'esterno.
Il Dipartimento per la sicurezza interna ha dichiarato in una nota che quattro cittadini statunitensi sono stati arrestati per "aggressione o resistenza a pubblico ufficiale", ha affermato il dipartimento.
Le autorità stavano cercando una persona sospettata di aver sparato contro degli agenti federali.
L'incidente avviene mentre gli agenti federali dell'immigrazione hanno intensificato gli arresti nella California meridionale, alimentando la paura diffusa tra le comunità di immigrati.
Venerdì un giudice federale ha ordinato al governo di porre fine ai fermi e alle detenzioni indiscriminati da parte delle autorità per l'immigrazione in sette contee della California meridionale, tra cui Los Angeles.
Secondo l'ultimo censimento del 2020, negli Stati Uniti vivono ufficialmente 1,45 milioni di persone di origine portoghese.
Secondo l'ultimo rapporto dei Servizi immigrazione e doganali, nel 2024 sono stati rimpatriati 69 portoghesi, nove in più rispetto all'anno precedente.
Alla fine di febbraio, l'allora Segretario di Stato per le comunità portoghesi ammise all'Assemblea della Repubblica che non esistevano cifre esatte sui portoghesi a rischio di espulsione dagli Stati Uniti.
José Cesário ha ricordato che 360 persone hanno già superato i 90 giorni di soggiorno temporaneo concessi dal "visa waiver" (un programma che consente viaggi di lavoro o turismo senza la necessità di un visto preventivo) e circa quattromila sono quelle che il Senato (camera alta del parlamento degli Stati Uniti) ha identificato come eccedenti.
Cesário ha aggiunto che negli Stati Uniti sono detenuti 24 portoghesi.
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