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Sviluppo sostenibile: guidare o seguire?

Sviluppo sostenibile: guidare o seguire?

L'ultimo Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile 2025, pubblicato il 24 giugno, porta buone notizie: il Portogallo continua a distinguersi sulla scena internazionale. Siamo tra i 20 Paesi con le migliori performance nell'Indice SDG, che misura i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) definiti dalle Nazioni Unite.

I numeri parlano chiaro. Il Portogallo è al 20° posto a livello mondiale, ma è indietro rispetto alla maggior parte dei paesi dell'Unione Europea, dove le medie sono più alte e gli impegni più stringenti.

Il rapporto rivela buoni risultati complessivi, ma persistono debolezze rispetto alla media europea. La Finlandia, ad esempio, continua a guidare questa classifica, come negli anni precedenti. E 19 dei primi 20 paesi sono europei. Nel complesso, siamo ben posizionati, ma in un'Europa di eccellenza, abbiamo ancora davanti a noi un lungo e impegnativo percorso di lavoro e sviluppo, che richiede impegno collettivo e rinnovata ambizione.

Il Portogallo è leader nel settore dell'energia pulita, essendo uno dei Paesi con la più alta integrazione di fonti rinnovabili. Stiamo inoltre raggiungendo gli obiettivi nella lotta alla povertà estrema e nel miglioramento dell'accesso all'assistenza sanitaria. Questi risultati riflettono politiche pubbliche efficaci e coerenti che meritano di essere preservate e rafforzate.

Ma ci sono anche zone grigie. La parità di genere rimane una sfida strutturale: persistono disparità retributive e la rappresentanza femminile nelle posizioni decisionali è tutt'altro che auspicabile. I progressi nell'istruzione sono lenti. E nell'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 – che valuta la sicurezza alimentare e la nutrizione – il Portogallo si colloca al di sotto della media europea, con indicatori come l'obesità infantile che richiedono una risposta integrata, sistemica e urgente.

Come avverte il rapporto, "i paesi con punteggi iniziali migliori nel 2015 tendono a progredire più lentamente", non per mancanza di capacità, ma piuttosto per compiacimento. Non possiamo cadere in questa trappola. Lo sviluppo sostenibile non si ottiene con statistiche incoraggianti, ma con risultati concreti sul campo.

Il Portogallo deve essere più di un semplice paese che segue l'esempio: deve posizionarsi come leader, con politiche pubbliche coerenti, riformiste e territorialmente equilibrate. Individuo tre priorità strategiche: investire in istruzione, scienza e talento come fondamenti della transizione verde e digitale; rafforzare la coesione territoriale, con particolare attenzione alle aree interne e a bassa densità abitativa; e promuovere una governance locale più ambiziosa, con comuni dotati dei mezzi e delle risorse necessarie per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Il rapporto sottolinea che "meno del 20% degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono sulla buona strada a livello globale". Il Portogallo ha tutte le condizioni per essere tra i Paesi leader in questo percorso, ma ciò richiede una leadership politica decisa, ambizione strategica e un impegno concreto nei confronti delle generazioni future. L'opportunità sta nel trasformare gli obiettivi in azioni concrete e durature. Il Portogallo deve essere un Paese che guida, non che si limita a seguire.

Membro del Comitato per la Salute Pubblica

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