La Spagna rinvia di tre anni la fusione tra BBVA e la banca Sabadell
Martedì il governo di sinistra spagnolo ha rinviato di tre anni qualsiasi fusione tra il colosso bancario BBVA e la rivale Sabadell, complicando così un'offerta pubblica di acquisto ostile che potrebbe creare un nuovo colosso del settore.
Il governo ha approvato l'acquisizione a condizione che "per tre anni entrambe le società mantengano entità giuridiche e asset separati, nonché indipendenza nella gestione della propria attività", ha affermato il ministro dell'Economia Carlos Cuerpo.
Entrambe le banche dovranno mantenere la propria autonomia in termini di finanziamenti e crediti, risorse umane e rete di filiali e servizi, ha spiegato in conferenza stampa.
Cuerpo ha affermato che la decisione "proporzionata ed equilibrata" ha cercato di proteggere i "criteri di interesse generale", tra cui il finanziamento delle piccole e medie imprese, la tutela della forza lavoro, la coesione territoriale, le politiche sociali e la promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Il governo può decidere di prorogare le nuove condizioni per altri due anni, a seconda di come incideranno sui criteri individuati, ha aggiunto Cuerpo.
In precedenza, il governo di coalizione guidato dai socialisti aveva espresso preoccupazioni in merito alla concorrenza in merito all'offerta pubblica di acquisto ostile, che avrebbe creato un colosso in grado di rivaleggiare con i concorrenti europei HSBC e BNP Paribas.
Sebbene non potesse bloccare la transazione, aveva il potere di imporre restrizioni che avrebbero potuto indurre BBVA a desistere.
BBVA, la seconda banca spagnola con una presenza importante in America Latina e Turchia, ha lanciato la sua offerta nel maggio 2024.
La Banca centrale europea diede il via libera nel settembre dello stesso anno e l'autorità garante della concorrenza spagnola approvò l'operazione a determinate condizioni nell'aprile dello stesso anno.
La dirigenza di Sabadell è determinata a preservare l'indipendenza della quarta banca spagnola, mentre le piccole e medie imprese e le associazioni dei consumatori della regione nord-orientale della Catalogna temono una conseguente perdita di filiali e posti di lavoro.
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