Negoziati con Trump: la suspense resta, con l'avvicinarsi della scadenza

La suspense rimane alta a poche ore dalla scadenza fissata da Donald Trump per la conclusione degli accordi commerciali con il Canada e il resto del mondo. Questa volta, assicura l'imprevedibile presidente, non ci sarà alcuna proroga.
"LA SCADENZA DEL 1° AGOSTO È LA SCADENZA DEL 1° AGOSTO - È FISSA E NON VERRÀ PROROGATA. UN GRAN GIORNO PER L'AMERICA!!!", ha scritto mercoledì sul suo account social, Truth.
Da Ottawa a WashingtonDopo aver dichiarato lunedì che i negoziati con gli Stati Uniti erano entrati in una "fase intensa", Mark Carney ha inviato una delegazione a Washington per proseguire le discussioni, i cui dettagli sono gelosamente custoditi.
Tra i partecipanti al gruppo figurano il ministro del Commercio canadese-statunitense Dominic LeBlanc, l'ambasciatrice Kirsten Hillman e perfino il capo dello staff del primo ministro, Marc-André Blanchard.
Lunedì il signor Carney ha affermato di aver individuato una "zona di atterraggio" affinché i due Paesi possano raggiungere un accordo in tempo utile, ma ha rifiutato di entrare nei dettagli.
Per il Canada, uno scenario senza accordo potrebbe portare a nuove tariffe del 35% sulle esportazioni che non rientrano nell'accordo Canada-Stati Uniti-Messico, che rappresentano circa il 10% delle nostre esportazioni.
Il tumulto continuaMercoledì Donald Trump ha continuato i suoi sforzi per trasformare il sistema economico globale con dichiarazioni radicali e ordini esecutivi.
Ha approvato un decreto che impone tariffe del 50% sul rame a partire da venerdì, facendo crollare i prezzi del rame sul New York Metal Exchange.
Tuttavia, contrariamente alle aspettative, gli Stati Uniti limitarono il sovrapprezzo ai beni realizzati in rame, anziché alla materia prima, limitando così i danni all'industria mineraria canadese.
Donald Trump ha inoltre annunciato inaspettatamente ulteriori dazi del 40% sul Brasile, il gigante economico sudamericano il cui attuale governo, a suo dire, sta conducendo una "caccia alle streghe" contro l'ex presidente di destra Jair Bolsonaro.
Ciò porterebbe i dazi imposti al Brasile al 50% a partire da venerdì. In un'intervista al New York Times , il presidente Lula da Silva ha affermato che "non c'è motivo di avere paura".
"[...] In nessun momento il Brasile negozierà come se fosse un piccolo Paese di fronte a un grande Paese. Il Brasile negozierà come un Paese sovrano", ha dichiarato il presidente di sinistra.
In altre notizie, ha minacciato l'India di imporre dazi del 25% su tutte le esportazioni e ha promesso di annullare l'esenzione tariffaria che copriva le importazioni di prodotti di valore inferiore a 800 dollari USA spediti al di fuori del sistema postale.
LE Journal de Montreal