Dimissioni sindaco di Taranto, Bitetti lascia per l’ex Ilva

Si è dimesso con effetto immediato il sindaco di Taranto, Piero Bitetti. La decisione arriva a seguito delle contestazioni di associazioni ambientaliste e non solo, che vivono il territorio inquinato dall’ex Ilva. La discussione è stata accesa e, secondo il sindaco, alcuni manifestanti avrebbero adottato atteggiamenti “minacciosi”.
Da qui la decisione, che arriva però a poche ore da appuntamenti cruciali per il futuro di Taranto e dell’ex Ilva. La settimana sarà infatti scandita dal consiglio comunale e dall’incontro con il governo per discutere e approvare la bozza dell’accordo di programma per la decarbonizzazione. Secondo alcuni cittadini, come si legge online, la scelta di Bitetti è legata a pressioni ben maggiori di quelle dei manifestanti fuori dal Comune.
Piero Bitetti si dimetteIl sindaco di Taranto ascolta i manifestanti, torna in Comune e si dimette. Per alcuni cittadini “fugge” dalle responsabilità e dalle promesse fatte in campagna elettorale, tutta incentrata proprio sull’ex Ilva. È accaduto nella sera di lunedì 28 luglio, all’inizio di una settimana impegnativa per la città.
Il sindaco di Taranto ha voluto incontrare i cittadini e le associazioni prima ancora di partecipare alla riunione con il Consiglio comunale e il governo. Due i momenti: uno all’interno, dove cittadini e attivisti hanno esposto i dati relativi a salute e inquinamento dell’ex Ilva; e uno all’esterno, dove la contestazione si è fatta più accesa. Il sindaco, come riportano alcuni giornali, si sarebbe sentito minacciato dagli ambientalisti.
Il momento del confronto: cosa è stato dettoC’è chi ha scritto “manifestanti a volto coperto”, ma nei video e nelle foto pubbliche al momento si vedono solo cittadini arrabbiati e stanchi che gridano “assassini, assassini” appena Bitetti decide di allontanarsi. Stanco lo è anche il sindaco, eletto a giugno dopo aver vinto il ballottaggio, ma subito messo di fronte a decisioni difficili per il territorio.
Lo stesso Bitetti aveva dichiarato: “Abbiate rispetto delle nostre lacune”. Serviva tempo per capire come gestire l’impianto dell’ex Ilva, ma questo iniziava a stringere. Aveva spiegato:
La settimana di Taranto e dell’ex IlvaSiamo qui per difendere il territorio. Io non ho passato una sola notte dal 17 giugno, giorno della mia proclamazione, senza pensare all’ex Ilva. La prima bozza di accordo ci è stata inviata il 18 giugno con richiesta di approvazione in 48 ore. Abbiamo detto che i 13 anni di transizione proposti sono troppi. Serve una direzione più rispettosa.
Piero Bitetti si dimette e lascia un vuoto alla vigilia di una settimana decisiva per l’ex Ilva e Taranto. Due gli appuntamenti cruciali:
- il consiglio comunale di mercoledì;
- l’incontro con il governo di giovedì.
In queste sedi si sarebbe dovuta discutere la bozza dell’accordo di programma, che fissa tempi e modi della decarbonizzazione dell’impianto dell’ex Ilva. La firma, prevista giovedì, è un passaggio fondamentale per proseguire con la vendita dell’acciaieria. Servono le firme di tanti: del ministero delle Imprese, dei sindacati, della Regione e, appunto, del Comune di Taranto.
Con le dimissioni di Bitetti, l’accordo rischia di saltare. Sui social si rincorrono critiche al sindaco e alle proteste. Due le parti: chi crede che gli ambientalisti, contestando, vogliano la morte dell’economia di Taranto e sono quindi a favore di maggiore flessibilità con l’impianto; e chi crede che il sindaco sia fuggito da pressioni politiche, non dei cittadini che gridano slogan come “Vogliamo vivere” e “Taranto libera dall’Ilva”.
Sono le due facce della città: lavoratori e vittime dell’impianto. Lo scontro è manicheo: salute o lavoro.
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