Neon e frasi su carta brandizzata. Pietro Terzini piace alla GenZ


Alcune delle opere in mostra con la Madonnina e le classiche scritte in inglese
Grande comunicatore, ironico, seguitissimo sui social dai giovanissimi. I quali infatti nello scorso fine settimana si sono riversati in massa in mostra (anche perchè gratuita), nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana per “Are you in love? No I’m in Milano” dell’artista Pietro Terzini. Attratti dalle sue opere, 11 inedite su carta, 6 neon e i 3 specchi realizzati dall’artista con Cassina, anche per l’originalità, poichè ad esempio usa la carta da pacchi dei grandi marchi per le sue scritte in inglese. "Solo domenica abbiamo avuto 1600 ingressi (3500 da quando ha aperto, giovedì scorso, ndr) e per la maggior parte erano giovani che lo seguono sui social" raccontano dall’ufficio stampa della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. "Siamo contenti perchè molti non avevamo mai messo piede in questo museo".
I temi affrontati lungo il percorso espositivo, nella sala del Foro romano, spaziano dall’amore alla realizzazione personale, dalla tensione tra materialità e spiritualità, fino al nodo centrale dell’intera mostra: il giudizio degli altri. Attraverso frasi dirette, ironiche e provocatorie, l’artista invita il pubblico a interrogarsi su quanto peso abbia l’opinione altrui nella costruzione della propria identità, e a rivendicare la libertà di essere sé stessi. Elemento distintivo del progetto è la scelta dei supporti: tutte le opere, come dicevamo, sono realizzate su sacchetti di brand della moda, trasformati in superfici artistiche. Questa operazione, che fonde estetica, consumo, gesto creativo nonché economia circolare, si configura come un omaggio dichiarato alla città di Milano, capitale della moda e cornice quotidiana dell’artista.
Le opere di Terzini, che combinano testo e immagine, spiega il “non curatore“ Antonello Grimaldi, "possono essere considerate come una forma di haiku visivo, in quanto catturano un momento o un’emozione, perché esprimono un pensiero o un’emozione attraverso la combinazione di testo e immagine. Un attraversamento ironico della contemporaneità in una cornice, però, quella del museo, che richiama ad una storia gloriosa e antica che va approfondita."
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Il Giorno