Barletta, continua l'inchiesta sull'omicidio Diviesti: si indaga su un pelo e su tracce di saliva

Sabato 28 Giugno 2025, 10:13
È stato fissato per il prossimo primo luglio alle ore 9 un accertamento tecnico irripetibile nell’ambito dell’inchiesta sull'omicidio di Francesco Diviesti, il parrucchiere di 26 anni di Barletta scomparso lo scorso 25 aprile e trovato morto quattro giorni dopo. Il corpo semicarbonizzato del 26enne, sul quale c'erano segni di colpi di pistola, era in un rudere delle campagne tra Canosa di Puglia e Minervino Murge, nel nord Barese.
E’ stato l’avvocato di uno dei cinque indagati a chiedere l'incidente probatorio, disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari che coordina le indagini degli agenti della squadra mobile della questura di Andria, e che ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Gli indagati sono un 40enne albanese, residente a Barletta; un 57enne e suo figlio di 21 anni; un 25enne di Barletta e un 55enne di Minervino Murge, quest’ultimo proprietario di una villa non lontana dal rudere in cui è stato trovato il cadavere, e finita sotto sequestro.
Martedì prossimo saranno effettuate verifiche non ripetibili sulle tracce biologiche individuate sui reperti sequestrati sul luogo del delitto e in un’auto. Si tratta di svolgere comparazioni su tracce ematiche, su alcuni bossoli, su un pelo e su della saliva, tra il Dna della vittima e quello degli indagati. Secondo quanto emerso finora dagli accertamenti investigativi, non si esclude che il 26enne sia stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco prima che il suo corpo venisse dato alle fiamme. Una ipotesi suffragata anche dal ritrovamento di diversi bossoli riconducibili a due pistole di calibro differente trovati nel rudere in cui è stato ritrovato il cadavere semicarbonizzato della vittima.
All’attenzione degli investigatori c'è anche una rissa in cui il 26enne sarebbe stato coinvolto poche ore prima di sparire, e alla quale avrebbero partecipato anche due dei barlettani indagati, già noti alle forze dell’ordine. Il 26enne, che non aveva precedenti penali, la sera del 25 aprile era uscito di casa intorno alle 20:30 per poi entrare verso mezzanotte nel locale in cui lavorava con il padre nel centro di Barletta e lasciare il suo monopattino. A raccontarlo, le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona. «In maniera riservata e assolutamente privata i genitori di Francesco - fa sapere il legale difensore della famiglia, l'avvocato Michele Cianci - hanno provveduto alla sepoltura del figlio».
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