Come l’Arena di Verona sta cambiando radicalmente l’accessibilità degli spettacoli

VERONA – Mentre il progetto di legge per rendere gli spettacoli dal vivo davvero accessibili alle persone con disabilità giace inapprovato in Commissione Cultura del Senato da 8 mesi, mentre movimenti come “Live for All“ e associazioni come “AlDiQua Artists“ devono battersi perché sia superata ogni discriminazione nel numero di posti riservato alla disabilità in platea, nelle modalità di prenotazione dei biglietti (basti pensare all’antistorica impossibilità di prenotarli online) ma anche nel coinvolgimento di artisti con disabilità sul palco, mentre, infine, nella stragrande maggioranza dei teatri le serate accessibili in un anno si contano sulle dita di una mano, a Verona è a regime un progetto di accessibilità senza paragoni in Italia e in Europa: Arena per tutti. Sì, l’epicentro è l’anfiteatro romano del primo secolo dopo Cristo, il progetto è rivolto innanzitutto alle persone con disabilità sensoriali, cognitive ed intellettive, è promosso da Fondazione Arena, finanziato da Müller e coordinato da Elena Di Giovanni, docente di Accessibilità all’Università di Macerata.

Arena per tutti è un palinsesto nel palinsesto. Dei 43 spettacoli che compongono l’Arena di Verona Opera Festival, in programma da giugno a settembre, 26 rientrano in Arena per tutti. Quest’anno il cartellone propone Nabucco, Aida, La Traviata e Rigoletto di Giuseppe Verdi, oltre alla Carmen di Georges Bizet. Per ognuna di queste cinque opere sono state scelte alcune date da far confluire nel programma di Arena per tutti, 26 in tutto come detto. In ognuna di queste 26 date, gli spettatori con disabilità hanno 100 posti dedicati. Tutti in platea, nelle prime file. Al di là del posto, lo spettatore con disabilità può contare su trailer accessibili con sottotitoli, voce, traduzione in lingua dei segni italiana, tedesca e internazionale, descrizione delle immagini, ma anche audiodescrizioni dal vivo e libri di sala digitali che replicano in tutto e per tutto la grafica e la struttura dei classici libri di sala cartacei con sinossi, note di regia, foto e informazioni sugli spettacoli, ma sono redatti con testi semplificati, caratteri modificabili e ingrandibili, immagini e bozzetti di scena con audiodescrizione per ciechi e traduzione nella lingua dei segni, italiana e internazionale. Ma quello che si propone è un vero e proprio percorso.
Lo spettacolo è il momento finale, il momento clou. Prima di assistervi, però, gli spettatori con disabilità possono fare un tour nel “dietro le quinte“ dell’Opera e degli spettacoli d’Opera, immergersi in un mondo riservato a pochi. Nel dettaglio, oltre a ripercorrere la trama dello spettacolo, possono vederne le scenografie, toccarne con mano i costumi, gli attrezzi di scena, esplorarne gli spazi e gli strumenti musicali. Il tutto guidati dal personale di palco e da chi ha realizzato gli spettacoli nei laboratori di Fondazione Arena.

Da questa edizione c’è un debutto, un percorso in più, pure particolarmente significativo quando si tratta di disabilità sensoriali: quello dedicato al canto. Finora è stato proposto in tre date, una ciascuna per La Traviata, Aida e Carmen. Prima dello spettacolo, gli spettatori con disabilità sono invitati al (vicino) Teatro Filarmonico, qui trovano ad attenderli un pianista e alcuni coristi dello spettacolo in programma, uno per ogni personaggio. Questi, oltre a raccontare la trama e la storia dell’opera, prendono a suonarne e cantarne alcune note con l’obiettivo di aiutare lo spettatore ad associare la musica al personaggio, ad un suo stato d’animo e, più in generale, al clima e alla temperatura di una scena o di un atto.
Ma non solo: la dimostrazione dal vivo e in anteprima di pianista e coristi è finalizzata ad avvicinare lo spettatore con disabilità alle tecniche e all’arte del canto, a far capire come i professionisti usano il diaframma, come modulano, sfumano e controllano la voce, come a vibrare e a risuonare sia l’intero corpo del corista. E l’apprendimento avviene anche col tatto. Gli spettatori con disabilità sono invitati a toccare i cantanti per percepire i movimenti e le vibrazioni del corpo e sentire, così, la musica che li attraversa e da loro esce. Per vivere esperienze simili e assistere agli spettacoli di Arena per tutti, basta compilare un modulo on line sul sito dell’Arena.
Potrebbe sembrare un fatto scontato, ma quando si tratta di eventi dal vivo e di persone con disabilità, non lo è, anzi fa notizia. Un esempio su tutti: quando si tratta di prenotare il biglietto per un concerto, la persona con disabilità deve individuare l’indirizzo mail dell’organizzatore, scrivergli ed attendere la risposta, che può arrivare nel giro di qualche ora o di qualche giorno. E spesso è negativa perché, a fronte di palazzetti o stadi da decine di migliaia di posti, quelli riservati alla disabilità sono poche decine. Non è un caso che proprio la parità di accesso ai sistemi di prenotazione sia un punto del manifesto di Live for All. Anche per questo Arena per tutti è una buona notizia.
Luce