Diritti LGBTQ? L’Italia rispedisce all’Onu il 73% delle raccomandazioni: come Polonia e Ungheria

Su diciannove raccomandazioni Onu riguardanti i diritti delle persone LGBTQ+, l’Italia ne respinge ben dodici, il 73%. Si tratta di un caso senza precedenti, arrivato a seguito del quarto ciclo della Revisione Periodica Universale, dove per la prima volta nella storia ben 19 Paesi hanno chiesto a Roma dei passi avanti sui diritti queer. Ma il governo ha opposto un “no” quasi netto.
Il record negativo di rifiuti italiani arriva a seguito di un altro record: il ciclo della UPR dell’Italia si era concluso a gennaio 2025 con il numero più alto di sempre di raccomandazioni ricevute sul tema. I “no” dell’Italia riguardano temi importanti e discussi: matrimonio egualitario, adozioni per coppie dello stesso sesso, riconoscimento di entrambi i genitori same-sex, tutela dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali.
Matrimoni e famiglie arcobalenoPer quanto riguarda il matrimonio, il governo italiano ha dichiarato che le unioni civili “sono largamente equivalenti al matrimonio”. Una risposta fortemente contestata da Yuri Guaiana dell'Associazione Radicale Certi Diritti: “È come dire che la serie B è equivalente alla serie A. Manteniamo milioni di cittadini in una condizione di inferiorità giuridica e ce ne vantiamo pure”. Sul riconoscimento genitoriale, sono state respinte le richieste di Canada, Francia e Finlandia di riconoscere entrambi i genitori nelle famiglie omogenitoriali.
“È una negazione della realtà – dichiara Alessia Crocini di Famiglie Arcobaleno –. Migliaia di bambini in Italia hanno due mamme o due papà, ma il governo preferisce far finta che non esistano. È una crudeltà istituzionale che condanna i minori a una condizione di incertezza giuridica permanente”. Sulle adozioni per coppie omosessuali, l'Italia ha respinto le raccomandazioni di Portogallo e Paesi Bassi, nonostante la stessa Corte Costituzionale abbia recentemente aperto alle adozioni internazionali per i single, anche omosessuali.
Il grave rifiuto sull'intersessualitàSecondo un duro comunicato di Arcigay, il rifiuto più grave è quello che riguarda la raccomandazione di Malta per proteggere i bambini intersex da interventi chirurgici non consensuali. “Il governo ha risposto citando linee guida del… 2010, ignorando quindici anni di progressi nella medicina e nei diritti umani”, scrive Arcigay, che cita poi le parole di Manuela Falzone di IntersexEsiste: “Il governo preferisce nascondersi dietro documenti obsoleti piuttosto che ammettere che in Italia si violano sistematicamente i diritti dei minori intersex".
Niente educazione sessuale nelle scuole nè divieto alle "terapie riparative"Respinta anche la raccomandazione della Danimarca sull’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, alla quale Roma ha risposto citando l’autonomia scolastica. E anche al divieto delle cosiddette “terapie riparative” l’Italia ha detto no. Rimangono 7 sì a raccomandazioni non particolarmente precise e concrete, come “contrastare le discriminazioni”, “promuovere l'uguaglianza”, “combattere i discorsi d'odio”.
Il confronto internazionaleIl confronto con gli altri Paesi europei non dipinge un quadro particolarmente roseo per l’Italia - che ha adottato ormai una posizione simile a quella di Ungheria e Polonia, “proprio i Paesi sotto procedura d'infrazione UE per violazione dello stato di diritto”, sottolinea Arcigay. Una riconferma di quanto emerso dalla Rainbow Map, che vedeva il nostro Paese al di sotto della media europea e soprattutto in peggioramento per quanto riguarda lo sviluppo dei diritti delle persone LGBTQ+.
Luce