Intercettatori di droni, accecatori di satelliti: l’evoluzione delle armi laser russe

La Russia sta rapidamente espandendo il suo arsenale di armi laser, con sistemi che vanno dai portatili anti‑drone a sofisticati impianti anti‑satellite. Di seguito una panoramica aggiornata e dettagliata:
Posokh – il “bastone” portatile contro i droniUn prototipo di sistema laser portatile chiamato Posokh (in russo “bastone”) ha completato test di laboratorio riusciti: ha distrutto la batteria di un drone da 500 m in un secondo, mentre colpire motori in volo richiederebbe solo 2 ms. Il modello testato sviluppa circa 3 kW, mentre una versione più potente da 80 kW è in sviluppo con un raggio operativo dichiarato di 1 500 m . Il governo russo ha qualificato il progetto come parte integrante di un sistema universale di difesa aerea che è in fase di sperimentazione estensiva .
Secondo un rapporto del centro Understanding War del 25 luglio 2025, i prototipi Posokh hanno colpito droni imitatori a 500 m in appena 0,2 secondi, e sono previsti test a 1,5 km contro droni tipo “Liutyi” .
Peresvet e Zadira – dalla accezione alla combustione-
Peresvet: presentato da Putin nel 2018, è operativo dal dicembre 2019 con circa cinque divisioni delle Forze Strategic Missile russe. È progettato per “accecare” ottiche satellitari fino a 1 500 km di quota .
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Zadira: la variante più potente descritta da Yury Borisov nel 2022, capace di bruciare fisicamente i bersagli fino a 5 km in circa 5 secondi (). Tuttavia, analisti occidentali rimangono cauti, sottolineando la scarsità di conferme indipendenti (.
Zadira risulta efficace contro UAV singoli e ben individuabili, ma meno adatto a contrastare sciami autonomi di droni dotati di intelligenza artificiale (.
Sokol‑Eshelon – accecare i satelliti dall’ariaIl Sokol Eshelon è un sistema laser anti‑satellite installato su un Beriev A‑60 (derivato da Il‑76), progettato per accecare i sensori dei satelliti a oltre 1 500 km (). Dal primo test documentato nel 1987, il progetto è stato rilanciato nel 2003 e resta oggi in fase sperimentale .
Radici sovietiche: esperimenti e prototipi dimenticatiNegli anni ’60‑’80, scienziati come Alexander Prokhorov e Nikolai Basov posero le basi della tecnologia laser militare sovietica. Tra i progetti pionieristici:
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1K17 Szhatie: carro armato dotato di laser con rubini artificiali, capace di distruggere sensori ottici; completò test di stato nel 1992 ma fu abbandonato per mancanza di fondi.
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1K11 Stilet: precursore dotato di motore supplementare da 400 CV per alimentare l’armamento laser.
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Sangvin: variante laser del sistema antiaereo Shilka, con portata superiore a 10 km; entrò in servizio nel 1983 ma non fu prodotto in serie.
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Terra laser: concetto per un sistema zonale missilistico/spaziale progettato negli anni ’60; sospeso dopo il Trattato ABM del 1972.
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Aquilon: complesso laser navale eliminato a causa dell’inefficienza atmosferica.
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Skif Space Laser: sistema orbitale anti‑satellite lanciato nel 1987 ma cancellato dopo il fallimento del test .
Le armi laser offrono un costo per colpo estremamente basso rispetto ai missili convenzionali e un impatto immediato . Tuttavia restano ostacoli tecnici rilevanti:
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Efficienza energetica: richiedono fonti di potenza elevate, spesso non praticabili nei sistemi portatili .
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Disturbo atmosferico (blooming): ne limita efficacia in presenza di nebbia, pioggia, fumo o particelle in sospensione .
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Scalabilità e adattabilità: i sistemi attualmente sono piuttosto specializzati e limitati dalle condizioni meteorologiche e dalla necessità di targeting stabile e costante.
Fonti pro‑russian suggeriscono che Mosca starebbe impiegando sistemi laser cinesi tipo Shen Nung o LASS, forniti su veicoli e utilizzati in combattimento contro droni ucraini. L’apparato presenta aperture simili ai modelli cinesi usati in Iran e sembra aver funzionato su bersagli statici e in volo .
Considerazioni finaliIl rinnovato interesse della Russia per le armi laser va di pari passo con la necessità di contrastare droni sempre più autonomi e resilienti alle contromisure elettroniche. Posokh, Peresvet, Zadira e Sokol‑Eshelon coprono diversi domini – dal terrestre allo spaziale – ma il tempo e le condizioni reali di impiego dimostreranno la loro efficacia pratica. Il 2025 è segnato da test sempre più costanti e dichiarazioni ufficiali di integrazione nei sistemi difensivi futuri .
Fonti e approfondimentivietatoparlare