Unicorni è il film che ci ricorda quanto poco sappiamo ascoltare i nostri figli

È stato presentato in anteprima come film d’apertura di Giffoni Experience, il festival dedicato al cinema per ragazzi, ed è uscito nelle sale italiane “Unicorni” di Michela Andreozzi. La storia di un bambino di nove anni che adora vestirsi da femmina, e dei suoi genitori divisi fra il desiderio di assecondarlo e quello di proteggerlo.
Giffoni prosegue il suo percorso – che dura da diversi anni – volto a dare visibilità a temi inclusivi, di rispetto di ogni scelta personale. L’anno scorso, era stato presentato per la prima volta a Giffoni il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, che poi sarebbe divenuto un grande successo di pubblico. Il film raccontava la storia vera di Andrea Spezzacatena, il ragazzo quindicenne che si tolse la vita nel 2012, dopo essere stato preso di mira dai suoi compagni di scuola: la pellicola portava all’attenzione del pubblico più vasto possibile i temi del bullismo e del cyber bullismo.
Il film è nato con il supporto di GenderLens, associazione di genitori di bambine gender creative, persone trans e loro alleat*. Nel racconto del film un bambino di nove anni, che si chiama Blu, si sente femmina, si è fatto crescere i capelli fino ai fianchi e non vede l’ora di incarnare la Sirenetta nella recita di fine anno della scuola elementare che frequenta.
“A me, papà, non importa essere maschio. Io voglio essere io”, dice Blu al padre Edoardo Pesce. Che, insieme alla seconda moglie Elena, cerca di assecondare la natura femminile del figlio, e si rivolge a una psicoterapeuta che assiste genitori alle prese con problemi simili.
Il film, in effetti, racconta – più ancora che la presa di coscienza di Blu – gli approcci dei due genitori. Il padre Lucio vive la diversità del figlio come un tormento, sapendo che lasciarlo libero di esprimere la sua identità “fuori”, nel mondo, significhi esporlo alle prese in giro. La sua compagna Elena lo abbraccia per ciò che è, senza pregiudizi. Sono i genitori che cercano di evolversi, per il bene del figlio, sì, ma anche per il proprio.
Edoardo Pesce e Valentina Lodovini interpretano i genitori di Blu, interpretato dall’esordiente Daniele Scardini. Nei ruoli di contorno, Lino Musella, Thony, Donatella Finocchiaro e Paola Cristiana Cruciani.
“Sono una grandissima sostenitrice della psicoterapia e dei benefici che essa può apportare alle nostre vite, anche se richiede un percorso impegnativo”, dice Michela Andreozzi, che nel film si ritaglia proprio il ruolo della psicoterapeuta. “A volte i figli, quando sono fedeli a se stessi, e magari non lo sono rispetto al desiderio genitoriale, possono essere profondamente educativi”.
“Bisogna però mettersi in ascolta dei loro desideri, delle loro pulsioni più intime, e questo richiede particolare attenzione”, prosegue Michela Andreozzi. “Noi adulti dovremmo imparare finalmente questa benedetta mappa delle emozioni, un’educazione sentimentale sincera”. Parla anche della sua collaborazione con l’associazione GenderLens: “Abbiamo collaborato con loro affinché tutto ciò che viene detto sulle persone transgender e non binarie fosse corretto. GenderLens è stata fondamentale per trattare con consapevolezza i temi legata alle identità di genere”.
Sulla necessità di fare questo film, e sul senso che può avere per il pubblico, Andreozzi dice: “Da tempo sentivo, forte, il desiderio di fare questo film. E ho percepito una bella risposta da parte del pubblico, già dal lancio del trailer. Alla fine, siamo tutti vicini di casa di qualcuno che vive una realtà diversa dalla nostra. E magari dentro di noi c’è un bisogno latente di conoscere quelle vite”.
Luce