Donazioni, crescita record per il crowdfunding in Italia

La cultura del dono si espande in Italia senza argini, tra tutte le generazioni e con ogni modalità possibile. Ma è l’ascesa progressiva del crowdfunding la sorpresa positiva: nel 2024 ha utilizzato il donation-based crowdfunding il 23% degli internauti, intervistati da Bva Doxa in collaborazione con PayPal e Fondazione Rete del Dono, nel corso dell’indagine Donare 3.0. È il dato più alto da quando sono condotte le rilevazioni, dal 2014. «Il crowdfunding consente alle organizzazioni non profit sia di riattivare la relazione con la propria comunità sia di allargarla a nuovi donatori - commenta Valeria Vitali, fondatrice di Rete del Dono, anticipando i risultato a Nòva 24- Inoltre le organizzazioni hanno migliorato la digitalizzazione e le competenze del fundraising, cosicché quando fanno la campagna riescono a essere davvero efficaci».
L’Italia si allinea a uno scenario internazionale positivo per le piattaforme di non profit crowdfunding. Un mercato che attualmente vale i 293 milioni di dollari e che potrebbe raggiungere il miliardo di dollari nel 2034, secondo le previsioni di Global Market Insight. La società di analisi sottolinea il contributo della crescita dei pagamenti digitali, diventati più facili e sicuri anche grazie a mobile wallets, Upi (unified payments interface, un’interfaccia che riesce a trasferire i fondi tra due conti bancari in tempo reale) e Api che abilitano sistemi di pagamento.
Di contro la donazione diretta alle associazioni scende al 58%, il dato peggiore degli ultimi 11 anni. «Se è vero che il dono è una relazione e la donazione è l’oggetto con cui si disegna questa relazione, dobbiamo prendere atto che il crowdfunding è sempre più embedded nella dimensione relazionale, soprattutto per le nuove generazioni. La condivisione, il contatto, la partecipazione transitano sempre più online, stimolate dall’oggetto più vicino, lo smartphone. E poi bisogna considerare che il crowdfunding è uno strumento potente, attiva le community con tempi di reazione davvero rapidi raggiungendo target enormi» spiega Paolo Venturi, economista, direttore di Aiccon, centro studi dell’Università di Bologna.
D’altra parte la maturità tecnologica - favorita negli ultimi anni dalla pandemia - si riflette nelle modalità di pagamento: quella digitale con il 43% delle preferenze, per il secondo anno consecutivo, ha superato il contante (36%, seppure continui a essere usato, probabilmente per effetto di banchetti fisici in strada). Non solo: un donatore su tre ha usato almeno una volta il give checkout, ovvero la donazione di una modesta cifra a una causa, nella fase finale di un pagamento. «Abbiamo lanciato questa funzionalità tre anni fa - spiega Maria Teresa Minotti, country manager di PayPal Italia - Per le charity si è rivelata importante non solo per la raccolta fondi ma anche per entrare in contatto con nuovi donatori». Il programma Give at Checkout consente, al momento del pagamento, di donare un euro a una delle oltre 200 charity registrate sulla piattaforma. Dal lancio a fine 2021 alla fine del 2024, i clienti PayPal hanno donato circa 3,1 milioni di euro. Un successo attribuibile a diversi fattori. «In primo luogo il trend digitale che prosegue di buon passo. In secondo luogo, PayPal è un brand che costruisce un contesto di fiducia e sicurezza per la donazione. Infine donare un euro è un piccolo gesto e quindi registra una propensione maggiore rispetto a donazioni di importo più consistente». Inoltre persiste la crescita , come ovvio, dell’utilizzo di device come smartphone e tablet (66%) mentre cala l’utilizzo del pc (59%).
In questo contesto le associazioni del terzo settore quali strategie possono adottare per rimanere efficaci nella raccolta fondi? «La platea dei donatori futuri sarà di nativi digitali. La prima cosa è fare capacity building su tutto quello è crowdfunding - spiega Venturi - E poi comprendere che la donazione non è più soltanto un atto di erogazione liberale rispetto a una buona causa ma un meccanismo di partecipazione».
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