Innovation a Villa Doria d’Angri: 283 relatori, 119 Pmi e i primi prototipi realizzati con un nuovo tessuto bio

Torna a Napoli uno degli appuntamenti più attesi nel panorama dell’innovazione del Centro-Sud Italia. Il 29 e 30 maggio, nella cornice storica di Villa Doria d’Angri, sede dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, si tiene la decima edizione di Innovation Village, piattaforma che da dieci anni mette in rete imprese, startup, enti di ricerca e istituzioni per discutere di tecnologie, sostenibilità e sviluppo.
L’edizione 2025 si preannuncia particolarmente ricca: 119 aziende coinvolte, 33 espositori, 26 enti istituzionali e ben 283 relatori animeranno i due giorni di convegni, tavoli di lavoro e incontri tematici. L’evento, promosso da Knowledge for Business, rappresenta ormai un punto di riferimento nazionale per il dialogo tra mondo produttivo e sistema della ricerca.
Intelligenza artificiale, bioeconomia, materiali bio-based, space economy, quantum innovation, manufacturing avanzato, strategie per le startup e trasferimento tecnologico sono alcuni dei filoni al centro dell’edizione 2025.
“Innovation Village è nato per facilitare l’incontro tra mondi diversi: pubblico e privato, ricerca e impresa, giovani e grandi player industriali”, spiega Annamaria Capodanno, direttrice dell’evento. “Oggi, a dieci anni dalla prima edizione, celebriamo una comunità che continua a crescere, puntando sull’impatto concreto dell’innovazione e su una visione sostenibile del futuro”.
Fiore all’occhiello della manifestazione sarà, anche quest’anno, l’Innovation Village Award, premio organizzato con ASviS ed ENEA e sponsorizzato da Optima Italia, dedicato ai progetti capaci di generare impatti positivi in ambito ambientale, sociale o produttivo. In palio 17 riconoscimenti tra premi in denaro e servizi messi a disposizione da imprese, enti e associazioni.
Spazio anche alle anteprime: proprio a Innovation Village saranno presentati i primi prototipi realizzati con ScobySkin, un materiale innovativo ottenuto dalla fermentazione di tè, zuccheri (anche da scarti di frutta) e batteri “buoni”, gli stessi usati per produrre l’aceto. Il risultato è una cellulosa resistente, lavorabile come pelle, ma completamente biodegradabile e priva di sostanze chimiche dannose. Un’innovazione che unisce bioeconomia, design e sostenibilità.
Grande attenzione anche al ruolo delle nuove generazioni. Al via infatti la prima edizione dell’Hackathon per la Biodiversità, promosso dal National Biodiversity Future Center e realizzato da Knowledge for Business e Future Food Institute. L’iniziativa coinvolgerà 100 studenti di istituti agrari e alberghieri campani in una maratona creativa per ripensare i modelli alimentari e valorizzare la biodiversità, trasformando l’hackathon in un’esperienza educativa, interdisciplinare e partecipativa.
Tra numeri in crescita, nuove frontiere tecnologiche e protagonismo giovanile, Innovation Village festeggia il suo primo decennio con un’edizione che guarda al futuro, mettendo al centro l’innovazione come motore di cambiamento per il territorio e per il Paese.
İl Denaro