L’intelligenza artificiale migliora la raccolta fondi

Rendere continuative le donazioni, offrire un’informazione accattivante, cercare nuovi potenziali donatori. Il terzo settore guarda con fiducia all’intelligenza artificiale pur consapevole che il processo vada pensato e guidato. Sos Mediterranee, organizzazione umanitaria di soccorso nel Mar Mediterraneo, da sempre lavora sulla gestione dei dati e ha un elevato livello di competenze digitali. Ha quindi potuto buttarsi a capofitto nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale grazie alla collaborazione con Skillando, una non profit che accompagna il terzo settore nel digitale.
«Il punto di partenza è stato chiederci: se Sos fosse una persona che caratteristiche avrebbe?Abbiamo individuato tre archetipi junghiani: il saggio, l’eroe, il ribelle - spiega Greta Granzini, responsabile fundraising di Sos Mediterranee Italia - Poi abbiamo istruito Gpt per produrre versioni diverse della stessa mail di informazione in base ai tre archetipi, quindi con stili un po’ diversi. Mail che abbiamo mandato ai nostri donatori divisi in quattro gruppi in base al tasso di apertura delle mail». Mandando comunicazioni personalizzate il tasso di apertura delle mail è aumentato del 10 per cento. Non solo. Versioni diverse della stessa mail - comunque controllate nei contenuti dall’organizzazione - consentono di uscire all’informazione un po’ patinata e standardizzata che caratterizza tante organizzazioni del terzo settore. «Peraltro noi lavoriamo in emergenza, sarebbe impossibile senza l’intelligenza artificiale mandare mail personalizzate ai nostri donatori nel giro di due o tre ore» aggiunge Granzini.
L’esperienza di Sos Mediterranee riflette i risultati dell’indagine qualitativa di Donare 3.0, condotta tra i vertici delle organizzazioni non profit. L’ambito di maggior uso dell’intelligenza artificiale è proprio la revisione/scrittura di comunicati, mail e relazioni. Ma anche aspetti più mirati come definire l’oggetto più efficace per una comunicazione email o adattare la comunicazione e il tono di voce in base all’organizzazione e al profilo specifico del donatore a cui viene inviata. In secondo luogo l’Ai viene usata per l’analisi dei dati, soprattutto per l’individuazione dei profili, sia soggetti che aziende, o nella definizione dei target più potenziali.È il caso di Fondazione Dynamo Camp, che offre gratuitamente programmi di terapia ricreativa a minori affetti da patologie gravi o croniche.
«Aumentando le donazioni digitali sia per numero sia per valore abbiamo sentito la necessità di reingegnerizzarci per sfruttare al meglio le informazioni che arrivavano dalle donazioni stesse e poter essere pronti per la nostra transizione. - spiega Serena Porcari, ceo di Fondazione Dynamo - Ovvero siamo un’organizzazione che vive molto su donazioni da imprese e fondazioni ma ora stanno crescendo molto le donazioni di individui. E poi la grande sfida è la trasformazione delle donazioni da sporadiche a continuative». Gli ultimi dati disponibile del 5 per mille - relativi all’anno 2023 - riportano una raccolta di oltre 929mila euro a fronte di 20.175 firme.
La Fondazione ha dunque investito in modo massiccio sull’architettura digitale, software e hardware. Il database è stato reso responsive e segmentabile. Poi sono in formazione le 70 persone di Dynamo e la fondazione sta per pubblicare una policy sull’etica dell’intelligenza artificiale.
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