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Alto Isarco. Oltre Vipiteno, c’è un Alto Adige ancora da scoprire

Alto Isarco. Oltre Vipiteno, c’è un Alto Adige ancora da scoprire

C’è un Alto Adige apprezzato dai turisti tedeschi e austriaci ma che gli italiani non conoscono. Al di là dell’area di Merano, della Val Gardena, della Val Badia e dell’Alta Pusteria, ci sono zone che registrano bassissima presenza di turisti provenienti dalle altre regioni d’Italia. Stiamo parlando delle valli che si distendono a ovest e a est del fiume Isarco: la Val Ridanna e l’area di Gitschberg Jochtal che segna l’inizio della val Pusteria. In mezzo, l’iconica cittadina di Vipiteno.

Quiete, cascate e miniere. La Val Ridanna

La val Ridanna si distende dalla sponda destra dell’Isarco per 18 chilometri verso ovest. Si tratta di una valle alpina silenziosa, non toccata dai grandi flussi turistici, molto amata per la sua tranquillità da tedeschi e austriaci, vista anche la vicinanza al passo del Brennero. In zona Masseria c’è la possibilità di scoprire una delle miniere più alte e longeve d’Europa, dove si estraeva principalmente l’argento, e oggi trasformata nel Museo Provinciale delle Miniere dell’Alto Adige. La struttura di Monteneve vanta oltre ottocento anni di estrazione. È stata in attività dal Medioevo fino al 1985, quando la crisi dei mercati portò alla chiusura definitiva del giacimento. La si può raggiungere in bus, in auto ma anche a piedi partendo dall’hotel Gassenhof, a metà strada tra le località di Mareta e Masseria, in un punto strategico, percorrendo sentieri sterrati e asfaltati.

Il corso di Vipiteno - Foto di Giampaolo Mastro
Il corso di Vipiteno - Foto di Giampaolo Mastro

Dalle miniere si può proseguire fino alla malga Stadl, oppure seguendo il rio Mareta fino alla malga Aglsboden, in un paesaggio alpino che si fa via via sempre più selvaggio. Spostandosi in direzione di Vipiteno, si possono raggiungere anche a piedi lungo alcuni sentieri segnati le cascate di Stanghe. Si tratta di uno stretto canyon scavato dall’acqua che si può visitare attraverso passerelle di legno, in un contesto fresco e decisamente suggestivo. Per accedere all’area è necessario pagare un biglietto e soprattutto vi consigliamo di verificare l’apertura giornaliera e i relativi orari. Infine, vale la pena una visita anche al Castel Wolfsthurn a Mareta. Si tratta di una dimora barocca con 365 finestre e arredi d’epoca. Al suo interno è ospitato il Museo Provinciale della Caccia e della Pesca. I fratelli Volgger, proprietari dell’hotel Gassenhof, hanno realizzato la Genusshaus Mount Becher, dove producono artigianalmente birre, distillati, caffè e formaggi. Chi visita la Genusshaus, oltre ad acquistare, può degustare questi prodotti.

La “porta” d’Italia. Vipiteno

Attraversato dall’Isarco, Vipiteno è la “porta” d’Italia. Con il suo iconico corso lungo il quale per secoli sono passate genti che commerciavano tra la Germania e la penisola italiana, pellegrini e invasori, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. La Torre delle Dodici (alta 46 metri) ed eretta sul finire del ‘400, funge da punto di riferimento e da confine visivo tra la Città Nuova a sud (con strade più ampie e lineari) e la Città Vecchia (con strade tortuose, in tipico stile medievale). Lungo il corso tanti bar, ristoranti e artigiani dove acquistare produzioni locali. Da scoprire in città anche la Chiesa gotica del Santo Spirito, con affreschi del XV secolo. Da provare, infine, l’ottimo yogurt prodotto dalla latteria locale. Vipiteno rimane un perfetto punto, semplice da raggiungere anche con il treno, per scoprire l’alta Val d’Isarco e le valli limitrofe.

Fortezza, dove sparì l’oro d’Italia

Proseguendo in direzione sud-est lungo l’Isarco, vi imbatterete nel Forte di Fortezza. Si tratta di una fortificazione austroungarica realizzata a metà ‘800 dove la Val d’Isarco incontra la Pusteria. Anche durante la prima guerra mondiale non fu mai attaccato e non svolse alcun ruolo nel conflitto. Poi con lo spostamento del confine al Brennero divenne a tutti gli effetti una cattedrale nel deserto. Fu utilizzato successivamente dai nazisti per nascondere l’oro trafugato a Roma dalla sede della Banca d’Italia nelle ultime fasi del secondo conflitto mondiale, oro che in parte non fu più trovato. Il Forte oggi è stato recuperato ed è diventato un museo con esposizioni temporanee.

Sul sentiero della Valle Altafossa - Foto di Brandnamic
Sul sentiero della Valle Altafossa - Foto di Brandnamic
Tra mulini e “piramidi”, il Gitschberg Jochtal

Poco più a est di Fortezza c’è l’area del Gitschberg Jochtal, una zona molto amata dai turisti stranieri con 37 baite e bellissimi hotel. L’area può vantare nel 2024 ben 1,3 milioni di pernottamenti, ma di questi solo il 29% riguarda turisti italiani. Rio di Pusteria rappresenta il punto di snodo per muoversi nell’area, con la stazione ferroviaria (per il momento non funzionante) e la funivia di prossima realizzazione che collegherà il paese a valle con l’area alpina sovrastante. Valles è un piccolo borgo che si incontra salendo a nord lungo l’omonima valle. Qui ci sono gli hotel più belli come il Masl e diversi alberghi per famiglie. Un impianto di risalita porta allo Jochtal, mentre proseguendo ancora più a nord si raggiunge la Malga Fane, un incantevole villaggio alpino dove il tempo si è fermato, forse utilizzato una volta come lazzaretto. Da Maranza, invece, è possibile percorrere un facile sentiero di media montagna lungo la Valle Altafossa. Dopo circa 90 minuti di cammino, in fondo alla vallata la baita Wieserhütte sarà il luogo ideale per rifocillarsi o addirittura trascorrere la notte in quota.

Simon Fischnaller, gestore del rifugio, vi condurrà alla scoperta della produzione casearia che viene fatta proprio nella struttura adiacente al rifugio e vi offrirà un assaggio dei migliori formaggi, stagionati nella sua cantina. Chi vuole può proseguire lungo la valle e salire fino al Lago Grande, dai colori blu cobalto. Il sentiero degli gnomi a Vandoies di sopra, invece, è il tracciato ideale per un bagno di bosco fino alle bellissime cascate. Poco sopra Terento, c’è uno dei luoghi più affascinanti dell’Alto Adige. Si tratta di una piccola valle che si snoda intorno a un torrente, le cui acque venivano sfruttate per i mulini, oggi in disuso ma in ottimo stato di conservazione da ammirare lungo il sentiero. Poco più a valle le particolarissime piramidi di terra, nate poco più di un secolo e mezzo fa, a causa della violenta erosione delle acque durante un nubifragio.

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