Il governo vuole la restituzione dei sussidi per dodicesimi

Il Governo, nel suo programma, propone l'idea che i sussidi percepiti dai lavoratori, tredicesima e quattordicesima (festività e Natale), possano essere erogati in dodicesimi. "Ogni lavoratore deve avere nuovamente la prerogativa di scegliere come ricevere i propri sussidi (tredicesima e quattordicesima): in un'unica soluzione due volte l'anno o in dodicesimi, ovvero distribuiti nei dodici mesi dell'anno".
Era stato menzionato anche dal Governo, ma l'istituzione del Work Incentive Benefit è inclusa nel programma per la legislatura, "che consente l'accumulo di reddito da lavoro con sostegno sociale, che incoraggia la partecipazione attiva al mercato del lavoro".
L'idea è di sostituire il sostegno sociale, "senza alcuna perdita per nessuno", con un'integrazione, cumulabile con il reddito da lavoro, l'RSI, la pensione sociale o altri sussidi sociali destinati a situazioni sociali estreme, che mitiga l'impoverimento dei lavoratori occupati e ne incoraggia la partecipazione attiva al mercato del lavoro, tenendo conto delle dimensioni e della composizione del nucleo familiare. In altre parole, ciò che il Governo ha affermato è che intende favorire l'occupazione, in modo che nessuno possa guadagnare di più in sussidi.
L'idea è quella di creare un sussidio al lavoro racchiuso in un unico sostegno sociale, in "pieno coordinamento con l'esistenza minima dell'IRS, e finanziato dall'accorpamento in questa disposizione della miriade di sostegni sociali dispersi".
Vuole anche rivedere il sistema di protezione sociale in caso di disoccupazione, "per renderlo più equo e trasparente, favorendo un rapido reinserimento nel mercato del lavoro". Non specifica come.
E vuole anche “introdurre meccanismi di pensionamento part-time che consentano di prolungare la vita lavorativa”, consentendo l’accumulo di reddito da lavoro e pensione.
In ambito lavoro, si ribadisce l’obiettivo di fissare il salario minimo nazionale a 1.100 euro entro il 2029 e di “creare le condizioni affinché il salario medio salga a 2.000 euro entro la fine di questo decennio”.
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