La Stanza di Raffaello in Vaticano ritrova il suo splendore dopo 10 anni di restauro

La "Stanza di Costantino", una delle quattro realizzate dal genio rinascimentale Raffaello Sanzio (1483-1520) e dalla sua bottega per il Palazzo Apostolico del Vaticano, ha ritrovato il suo splendore originario dopo 10 anni di restauro.
Lo spazio, il più grande delle cosiddette "Stanze di Raffaello", prende il nome dall'imperatore che nel IV secolo concesse la libertà di culto ai cristiani a Roma e ospita alcuni degli affreschi più belli realizzati nel periodo giovanile dell'artista.
Da marzo 2015 è in restauro la “Sala di Costantino”, un’opera consegnata ufficialmente solo questo giovedì (26), in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica, che raffigura il trionfo del cristianesimo sul paganesimo nell’antica Roma.
"Oggi celebriamo non solo una pietra miliare nella conservazione, ma anche una nuova possibilità di lettura critica di uno dei luoghi simbolo della pittura rinascimentale. La Stanza di Costantino torna a essere un atlante figurativo di rara potenza narrativa", ha affermato Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, che ospitano le "Stanze di Raffaello".
Gli spazi furono progettati come appartamenti per papa Giulio II (1503-1513), che all'inizio del XVI secolo aveva incaricato Raffaello, allora relativamente giovane pittore urbinate, di ristrutturare completamente gli ambienti.
È possibile che l'obiettivo di Giulio II fosse quello di superare gli appartamenti del suo predecessore e rivale Alessandro VI (1492-1503), poiché le "Stanze di Raffaello" si trovano proprio sopra le stanze dell'ex pontefice della potente famiglia Borgia. Le stanze, tuttavia, furono completate solo dopo la morte di Giulio II e dello stesso Raffaello.
«Il recupero completo dell’iconografia della Sala di Costantino, dalle pareti alla volta, consente di visualizzare meglio i passaggi storici che hanno caratterizzato la Chiesa di Roma nel XVI secolo», ha affermato Fabrizio Biferali, curatore dei Musei Vaticani per l’arte del XV e XVI secolo.
Secondo il maestro restauratore Fabio Piacentini, la pulitura degli affreschi ha ripristinato i colori originali e ha permesso una nuova comprensione degli strati tecnici dei dipinti. "Il restauro è stato come sollevare un velo secolare: dietro la patina del tempo, ogni dettaglio ha trovato luce, profondità e significato", ha spiegato.
Il lavoro è stato coadiuvato da tecnologie all'avanguardia, tra cui riflettografia, infrarossi a falsi colori, fluorescenza UV, analisi chimiche e modellazione 3D basata sulla scansione laser.
Situate al secondo piano del Palazzo Apostolico, le stanze, insieme agli affreschi del soffitto della Cappella Sistina di Michelangelo, simboleggiano il periodo dell'Alto Rinascimento a Roma.
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