Un'enclave musulmana a Lisbona

L'episodio è avvenuto alcune settimane fa, ma la gravità dell'atto giustifica che non debba essere dimenticato.
Attraverso un semplice ordine del sindaco di Lisbona, emesso nella fase finale delle ultime elezioni legislative, abbiamo appreso che lo Stato portoghese riconosce che il Portogallo non esercita più la sovranità su tutta l'estensione del suo territorio, delimitato da confini consolidati nel corso degli ultimi secoli.
Carlos Moedas non voleva che un certo partito politico legalmente costituito ponesse fine alla sua campagna elettorale a Martim Moniz, sostenendo che la croce cristiana e la carne di maiale avrebbero rappresentato un'offesa per gli abitanti della zona, ovvero i musulmani, provenienti per lo più dal Bangladesh, che avevano occupato quel quartiere di Lisbona e che avevano gradualmente espulso i precedenti abitanti.
Per il sindaco della capitale del paese, nella sua città esiste ormai un'enclave che non obbedisce alle leggi della repubblica ed è governata da regole proprie, antagoniste a quelle che i portoghesi hanno abbracciato fin dalla fondazione della nazionalità.
L'ordine che regna oggi a Martim Moniz è quello imposto dall'autocrazia islamica che vi regna, e il consumo di carne di maiale è severamente proibito, poiché offende gli insegnamenti di Allah!
La Croce di Cristo, da sempre esposta sugli abiti di tutti coloro che hanno combattuto per garantire l'indipendenza nazionale e il suo successivo consolidamento, non è altro che un affronto alla nuova popolazione che abitava quella parte della città che divenne nota proprio per essere stata il luogo d'ingresso dei cristiani che la riconquistarono ai Mori.
I musulmani che sono venuti qui presumibilmente di loro spontanea volontà e presumibilmente in cerca di una vita migliore di quella che avevano nei loro paesi d'origine non possono essere confrontati con tradizioni secolari radicate nei portoghesi, ma possono essere apertamente offesi nelle loro credenze e nel loro stile di vita da centinaia di persone imparentate con persone con problemi mentali che hanno manifestato liberamente per le strade di Lisbona, seminudi, con il sedere e il seno esposti come marchio di fabbrica e muovendosi in modi indecenti e provocatori.
Sì, Moedas non ha permesso la Croce di Cristo e il maiale, ma ha autorizzato questa setta folle e satanica, nota con l'acronimo LGBT (e qualche altra lettera e simbolo che mi rifiuto di ricordare...), a camminare per la sua città, in un chiaro affronto a un popolo che rispetta i valori che sono alla base della società che ha costruito e al cui apice si trova la famiglia, principale riferimento della civiltà occidentale.
I musulmani radicali, non quelli integrati nelle nostre comunità da decenni e che hanno sempre rispettato la nostra cultura e i nostri valori, bensì la nuova ondata che si è affermata qui e la cui filosofia di vita è uccidere gli infedeli, cioè i cristiani che abitano questo territorio, e i libertari di quei movimenti che pretendono di essere la prima linea delle minoranze, hanno un obiettivo comune, nonostante tutte le differenze che li separano: entrambi sono decisi a distruggere la società in cui noi e i nostri antenati siamo cresciuti.
Coins dovrà stare attento, perché ha solo tre mesi per dimostrare al popolo di Lisbona che non ha alcuna intenzione di screditare la città che governa e che questa collusione con i principali nemici della fede dei portoghesi non è stata altro che un incidente di percorso.
Altrimenti, il tuo periodo al consiglio comunale di Lisbona passerà alla storia come effimero!
Jornal Sol